Sicurezza urbana predittiva: ridurre calamità e incidenti, ora si può

Sicurezza urbana predittiva: ridurre calamità e incidenti, ora si può

La sicurezza urbana predittiva ha lo scopo di comprendere le cause di reati, atti devianti, disordine urbano e manifestazioni di insicurezza della popolazione, allo scopo di prevenirli. Il concetto di analisi predittiva dei reati potrebbe apparire fantascientifico, in realtà, grazie all’euristica e all’intelligenza artificiale, è un tema di concreta attualità e un argomento che interessa molto gli amministratori locali alle prese con le politiche di sicurezza urbana integrata.

 

Dall’analisi video al riconoscimento facciale, fino agli strumenti di analisi predittiva dei reati: il mercato della videosorveglianza offre diversi metodi innovativi per potenziare la sicurezza urbana. Ma occorre sempre tenere presente che le nuove tecnologie possono essere utilizzate nei progetti per la sicurezza delle città solo previa analisi dei rischi e dell’impatto sulla protezione dei dati personali.

 

Sicurezza urbana predittiva: metodi e tecnologie

 

Sono già numerose le sperimentazioni nel campo della sicurezza predittiva e i modelli generati che hanno dato vita alle soluzioni attualmente sul mercato. La maggior parte di queste sono costituite da piattaforme ICT basate su analisi predittive che si nutrono essenzialmente dei dati storici, i cosiddetti metodi euristici, anziché dei dati in tempo reale provenienti da smart city, social network e analisi dei flussi video delle telecamere di videosorveglianza installate nelle aree urbane.

 

Le tecnologie principali che abilitano la sicurezza predittiva sono l’analisi dei big data e l’intelligenza artificiale, tramite le quali è possibile rendere più incisiva ed efficace la risposta delle istituzioni ai problemi legati alla criminalità e alla devianza. Gli amministratori locali possono così conoscere e comprendere in tempo reale le dimensioni dei fenomeni di criminalità, marginalità e degrado, per poi mettere in atto politiche e interventi efficaci e per monitorarne i risultati.

 

Quali sono, nello specifico, le tecnologie utilizzate per la sicurezza urbana predittiva? Nel campo dell’intelligenza artificiale si utilizzano le reti neurali artificiali (deep learning), opportunamente addestrate. In base all’analisi di una serie di atti criminosi, le reti neurali possono individuare un comportamento sospetto, aiutando la polizia a identificare l’autore di un crimine da remoto e post evento. Non solo: intervenendo preventivamente possono arrivare anche a evitare la commissione del reato stesso. Questi sistemi uniscono una piattaforma full web in cloud computing con tecniche di analisi dell’aggressività nel linguaggio non verbale, applicate ai flussi video in real time delle telecamere di videosorveglianza, e sono in grado di prevedere i comportamenti violenti sostituendosi all’occhio dell’operatore di polizia. In questo modo costituiscono un sistema di allerta preventiva.

 

Sicurezza urbana predittiva: le regole per la tutela della privacy

 

Con il provvedimento n. 54 del 26 febbraio 2020, il Garante della privacy ha dettato le regole per gli impianti di videosorveglianza urbana, che devono necessariamente fare riferimento, come basi giuridiche del trattamento dei dati, all’art. 6 Legge n. 38/2009, alla direttiva Ue 2016/680 e al conseguente d.lgs. n. 51/2018, al regolamento Ue 2016/679, al d.lgs. n. 196/2003 e infine ai regolamenti comunali.

 

Da notare che, pur applicandosi anche agli impianti di videosorveglianza cittadina e di sicurezza urbana, la disciplina di cui al d.lgs. n. 51/2018, in ragione dei fini perseguiti dal Comune, relativamente alle attribuzioni di polizia giudiziaria della polizia locale o comunque a esigenze di tutela della sicurezza urbana nella componente di prevenzione dei reati, le disposizioni richiamate dall’ente non prevedono specificamente una raccolta di dati biometrici e la loro conservazione, nei termini indicati nella richiesta.

 

Tali norme si limitano, infatti, a consentire l’identificazione dell’indagato e delle persone in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti, a indicare le modalità di attuazione dei principi del codice in materia di protezione dei dati personali relativamente al trattamento effettuato, per le finalità di polizia, da organi, uffici e comandi di polizia. In altre parole, di tratta di legittimare l’installazione di videocamere per fini di tutela della sicurezza urbana e comunque in assenza della specifica previsione normativa della raccolta di dati biometrici, necessaria ai sensi dell’art. 7 d.lgs. n. 51/2018.

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