È uno dei temi più sentiti dagli agricoltori: come aumentare la resa agricola, dovendo contemporaneamente resistere a condizioni via via più sfidanti, soprattutto a causa del cambiamento climatico? Ad aggiungere complessità ci sono poi i mercati che, sempre più spesso, soffrono di volatilità mentre la PAC, Politica Agricola Comune, che un tempo era di aiuto nel sostenere la redditività dell’imprenditore agricolo, ha ormai stabilmente cambiato la sua direzione.
La principale leva per sostenere la resa agricola è la tecnologia. Utilizzando tutti gli strumenti che l’agricoltura di precisione mette a disposizione, si può ottenere dai propri terreni il massimo possibile, dal punto di vista sia della resa agricola sia della qualità dei prodotti da consegnare poi al mercato. Il concetto da cui partire è che il terreno di un campo non è omogeneo, variano quindi le esigenze di concimazione, densità di semina, di irrigazione. È opportuno regolare gli input agronomici a seconda delle reali necessità. Come? Gli strumenti offerti dall’agricoltura di precisione sono diversi.
Per aumentare la resa agricola occorre calibrare gli input
Il passo numero uno è quello di dotarsi di trattori a guida automatica e di attrezzature a rateo variabile. In alternativa ci si può affidare a contoterzisti che lavorino con questo tipo di macchinari. Il dato è il faro che dovrà guidare ogni decisione, che resta comunque in mano all’agricoltore.
Il vantaggio dei trattori a guida automatica è quello di evitare le sovrapposizioni. La guida Gps, infatti permette al trattore di muoversi in maniera autonoma nel campo ed evita così le sovrapposizioni nella distribuzione di input, quindi fertilizzanti, fitofarmaci, semi. È evidente che fertilizzare più del necessario o meno di ciò che servirebbe alla pianta crea problemi. Un esempio che riguarda il riso: troppo azoto fa aumentare il rischio di allettamento, di sterilità floreale, di sensibilità alle basse temperature, al contrario, troppo poco fa diminuire il numero di semi per pannocchia e crea problemi di accestimento. E la resa agricola ne resta mortificata.
Se le attrezzature di cui si dispone possono lavorare a rateo variabile, ovvero modificare la propria modalità operativa all’intero delle diverse zone del campo, ciò grazie a soluzioni tecnologiche che sanno rendere smart l’attrezzatura, è possibile dosare in maniera diversa, nei vari punti del campo, i diversi input. Per poterlo fare si parte da dati che arrivano da sensori, posizionati sul trattore, o da mappe di prescrizione, elaborate conseguentemente a quelle di produzione. Attrezzature di ultima generazione poi permettono di aprire o chiudere singoli ugelli delle barre irroratrici o sezioni intere, proprio per evitare di distribuire input dove non serve.
Le piante comunicano, i dati aiutano a interpretarle
Molto utili a individuare le problematiche in campo e aumentare così la resa agricola sono gli indici di vegetazione che si basano sul principio secondo il quale la vegetazione assorbe la radiazione solare in diverse bande e ne riemette una percentuale diversa, proprio la percentuale di radiazione riemessa, in bande specifiche, dà informazioni sullo stato di salute della pianta.
L’indice più famoso è l’NDVI,che esprime il livello di vigoria della pianta e che, opportunamente interpretato, aiuta l’agricoltore a scoprire stress nutrizionali, attacchi di parassiti, problemi di scarsa emergenza. I dati per calcolare l’indice NDVI di ogni porzione di campo possono essere raccolti o tramite sensori di prossimità oppure tramite telerilevamento, con droni o da satellite. In particolare, i dati da satellite, pur avendo il limite di una risoluzione inferiore rispetto ai droni e di acquisizioni temporali fisse, hanno il vantaggio, in alcuni casi (programma ESA Copernicus), di essere completamente free.
Capannine meteo e sensori possono aiutare la resa agricola
Irrigare quando non è necessario può favorire diverse patologie che inevitabilmente intaccano la resa agricola. Per fare un esempio, chi coltiva mais deve gestire l’irrigazione in maniera molto puntuale ed evitare stress alla coltura. È provato che proprio lo stress predispone allo sviluppo di aflatossine. Una granella non sana verrà valorizzata meno sul mercato.
Poter anticipare i cambiamenti meteo è una delle chiavi per aumentare la resa agricola. I dati serviranno a modificare le strategie agronomiche. Capannine meteo dotate di strumenti di misura assieme a modelli previsionali che tengano conto anche del calcolo dell’evapotraspirazione delle diverse colture e a sensori nel terreno, per leggere dati che riguardano l’umidità, permettono di prendere la decisione giusta, al momento giusto.