Filiera agroalimentare: 3 tecnologie su cui puntare per la ripresa

Filiera agroalimentare: 3 tecnologie su cui puntare per la ripresa

La filiera agroalimentare, in quest’anno funestato dalla pandemia, è stata messa sotto pressione. Da un lato ha dovuto far fronte alla domanda impazzita delle primissime settimane di emergenza sanitaria, dall’altro ha dovuto adeguarsi al periodo di “stanca” che ha contraddistinto i mesi successivi. Ha dovuto inoltre rimodularsi sulle nuove e mutate esigenze e tendenze che la pandemia ha portato nelle abitudini del consumatore, ha fatto i conti con il canale Horeca quasi assente, si è confrontata con le nuove dinamiche di import ed export.

 

L’emergenza sanitaria ha evidenziato, in maniera forte e chiara, la necessità di un’iniezione di innovazione tecnologica lungo tutta la supply chain. Si tratta di una serie di tecnologie che, dal campo allo scaffale, sono in grado di rivitalizzare il sistema, rendendolo più competitivo, più efficiente, più sicuro, più sostenibile. Sono almeno tre quelle in questione: big data, blockchain, sensoristica. Vediamo nel dettaglio.

 

Filiera agroalimentare: il dato è prezioso

 

Secondo gli studi dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, gli attori che gestiscono la filiera agroalimentare sono pronti a investire in tecnologia: vi è infatti in atto una presa di coscienza collettiva che vede la tecnologia come strumento in grado di rafforzare il sistema, sebbene a oggi la superficie coltivata con soluzioni 4.0 sia ancora esigua e corrisponda a meno del 5 per cento della SAU (superficie agricola utilizzata) nazionale.

 

Al centro della rivoluzione tecnologica, i big data. Il mondo agricolo sta prendendo coscienza dell’importanza del dato: la loro corretta gestione e condivisione è il primo passo verso una filiera agroalimentare smart. Nella filiera agroalimentare la digitalizzazione entra a pieno titolo già in campo, con i sistemi di monitoraggio, le macchine e le attrezzature connesse, i software gestionali che fanno da “cervellone” e gestiscono i processi, le scorte, gli input produttivi. A questi, si sommano i sistemi di supporto alle decisioni. Secondo un’indagine dello stesso Osservatorio citato sopra, le aziende della filiera agroalimentare stanno scommettendo sulla digitalizzazione per collezionare, analizzare e trasformare i dati in informazioni strategiche: il 60% del campione interpellato utilizza almeno una soluzione 4.0, di queste, il 40% più di una. I sistemi più diffusi sono i software gestionali, i servizi di mappatura delle coltivazioni e i sistemi di irrigazione di precisione.

 

Blockchain e sensori per una filiera agroalimentare più trasparente e sicura

 

La digitalizzazione svolge un ruolo chiave nella produzione agricola, ma anche nell’industria di trasformazione, in cui interviene a beneficio della logistica e della tracciabilità del prodotto, in particolare attraverso la blockchain e l’IoT (Internet of Things), ovvero la sensoristica in rete.

 

Quanto alla prima, cresce la consapevolezza circa la sua utilità, ma gli investimenti sono ancora contenuti: in parte perché deve ancora essere compresa appieno, in parte perché gli investimenti non sono irrisori. Ma ci sono dei casi virtuosi di industrie agroalimentari che hanno adottato la blockchain destinati a fare scuola: aziende che, tramite postazioni mobili dotate di sensoristica all’avanguardia, monitorano le produzioni già dal campo, dando vita a processi tecnologici di rilievo, in cui la tracciabilità riveste un ruolo di primo piano, e dove la blockchain è utilizzata non solo per accrescere gli standard di sicurezza, ma anche per rendere la logistica più efficiente e per far conoscere i prodotti ai consumatori. Un aspetto, quest’ultimo, sempre più importante.

 

La tecnologia è trasversale

 

Non ci sono particolari filiere agroalimentari che si prestano di più e meglio all’impiego della tecnologia: la digitalizzazione, la sensoristica e la blockchain si esprimono molto bene nella filiera lattiero-casearia, in quella ortofrutticola, nella vitivinicola, poiché le informazioni sull’origine e sulla vita del prodotto, consultabili oggi tramite QR Code posto sulla confezione, sono di interesse di tutti i consumatori. I quali, sempre più consapevoli, desiderano scegliere il prodotto in base alla sua conoscenza. Si tratta dunque di un’imperdibile occasione in termini di innovazione, ma anche di fidelizzazione.

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