Agritech: come funziona per il coltivatore

Agritech: come funziona per il coltivatore

Partiamo da un dato: il mercato agritech è in continua espansione anche in Italia. Secondo gli ultimi numeri disponibili dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, nel 2019 ha raggiunto i 450 milioni di euro, con una crescita del 22% rispetto all’anno precedente. Una delle motivazioni dietro a questa crescita è che l’agritech e l’Agricoltura 4.0 fanno da volano all’efficienza nella gestione agricola di campo, alla sostenibilità, sia economica che ambientale che sociale, e alla trasparenza lungo la filiera produttiva, fino al consumatore finale.

 

Abbracciare l’agritech, una necessità

 

La superficie agricola utile (SAU) in Italia, secondo dati Istat, si riduce di anno in anno. Da un lato c’è la necessità di produrre di più, con meno terreni a disposizione, e dall’altro il consumatore e l’Unione Europea chiedono una produzione più green e più sicura.

 

Il messaggio è arrivato forte e chiaro dal consumatore: nel 2020 gli acquisti di prodotti biologici da parte degli Italiani sono aumentati del 7% rispetto al 2019 (dati Nielsen/AssoBio). Per quanto riguarda poi l’UE, la strategia ‘Farm to Fork’ non lascia spazio a compromessi. Gli obiettivi della strategia al 2030 sono sfidanti: riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari del 50%, riduzione delle perdite di nutrienti del 50% e dell’uso di fertilizzanti del 20%, aumento della superficie coltivata a biologico fino al 25% di quella europea. È facile poi immaginare che il raggiungimento degli obiettivi sarà incentivato dall’impostazione della nuova PAC (Politica Agricola Comune).

 

Da un lato quindi la direzione è tracciata, bisogna produrre in maniera più green, dall’altro il cambiamento climatico mette a dura prova la redditività aziendale. Ci sono poi da tenere presenti le condizioni dei mercati, con volatilità estremamente accentuata, soprattutto per le commodity. A venire incontro alle esigenze dell’imprenditore agricolo c’è l’agritech. L’esperienza di generazioni non va messa da parte, servirà a interpretare meglio i dati che le tecnologie, sempre più vicine e fruibili, mettono a disposizione.

 

Più resa e sostenibilità con l’agritech

 

Chi ha già imboccato da tempo la strada dell’Agricoltura 4.0, utilizzando agritech e digitale, riferisce che il maggior beneficio che ne ha tratto è quello di ridurre gli input agricoli (seme, acqua, fertilizzanti, prodotti fitosanitari) ottenendo, allo stesso tempo, una minore variabilità della produzione, una riduzione di ore di manodopera e macchinari e un miglioramento delle caratteristiche dei prodotti.

 

L’agritech aiuta dunque a ridurre l’incertezza. Grazie all’utilizzo di dati puntuali si ottimizzano i processi produttivi, si diventa più sostenibili, facendo contemporaneamente aumentare le rese.

 

Agritech, un incredibile ventaglio di possibilità

 

L’agritech mette a disposizione di agricoltori e allevatori un’incredibile varietà di soluzioni che, combinate, fanno migliorare i risultati: sensori posizionati in campo possono raccogliere dati su temperatura e umidità del terreno, sulla sua conducibilità elettrica; capannine meteo e dati in arrivo dai satelliti aiutano ad anticipare l’andamento climatico non solo nel breve periodo ma anche con previsioni più a lungo termine; sensori posizionati su trattori georeferenziati, rilevano le quantità di prodotto raccolto per disegnare mappe di produzione che serviranno poi a ragionare sulla variabilità di campo.

 

I sistemi di supporto alle decisioni, che sfruttano modelli e dati raccolti, aiutano l’agricoltore a prendere la decisione giusta al momento giusto, dando alla pianta solo ciò che le serve in termini di acqua, nutrienti e prodotti fitosanitari e ottenendo così rese più stabili e uniformi.

 

Similmente l’agritech è anche al servizio della zootecnia. Anche in stalla gli allevatori 4.0 hanno a disposizione per esempio sensori Nir che analizzano i parametri del carro miscelatore mentre si prepara la razione giornaliera o sensori posizionati direttamente sulle bovine in grado di prevedere il momento del calore e di tenere monitorata la salute dell’animale. Anche la stalla, così come tutto il processo produttivo di latte e derivati, può essere efficientata all’insegna del benessere animale e dell’aumento delle rese per l’allevatore.

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