Se ne parla da anni, ma ora è arrivato il momento in cui vedremo un agribot muoversi all’interno dei vigneti o dentro le serre di orticole o raccogliere le fragole, ad esempio. Un agribot è una macchina capace di compiere operazioni in campo o nella stalla in autonomia, seppure sotto la supervisione umana, magari a distanza. Presto, con lo sviluppo del 5G, potrebbe non essere più così futuristico operare dall’ufficio, che si trova in azienda agricola, mentre un agribot porta avanti il lavoro in campo, risparmiando così costi di manodopera.
Sono molti i compiti che un agribot può svolgere, si va dal diserbo alla distribuzione di fitofarmaci o fertilizzanti fino a operazioni complesse come possono essere la potatura o la raccolta. Secondo la stima diffusa durante l’edizione 2020 di Fira, evento internazionale dedicato alla robotica in agricoltura che si tiene ogni anno in Francia, gli agribot in azione ad oggi, nel Mondo, sono quasi 500 e l’Europa è il mercato potenzialmente più importante per le prospettive di sviluppo, dopo gli Stati Uniti.
Agribot al centro dell’ecosistema tecnologico agricolo
Fra le tecnologie alla base degli agribot c’è la diffusione dei sistemi di posizionamento satellitare, fondamentale per permettere al robot di geolocalizzare le operazioni che sta compiendo. L’agribot è poi inserito all’interno di un ecosistema tecnologico che punta a rendere più semplici e allo stesso tempo più precise le operazioni agricole in nome di un’agricoltura 4.0. Facilmente l’agribot sarà dotato di sensori in grado di rilevare temperatura, umidità e altre caratteristiche della pianta e del terreno, potrà essere equipaggiato con fotocamere multispettrali o termocamere e trasmettere i dati raccolti tramite reti IoT. L’analisi dei dati sarà garantita da software che utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale o di machine learning in modo che l’agribot possa portare a termine il suo compito migliorando il risultato agronomico che si sarebbe ottenuto affidandosi unicamente all’esperienza dell’agricoltore.
Tutti i vantaggi di inserire un agribot in azienda
I vantaggi di adottare un agribot sono diversi, quello che più sta facendo correre la ricerca è la possibilità di risparmiare manodopera, sempre più difficile da reperire al momento in cui serve. Spesso infatti le operazioni in campagna sono concentrate in un periodo ristretto dell’anno. Secondo l’EU Agricultural Outlook della Commissione Europea, la forza lavoro agricola sta diminuendo ogni anno del 3,2% in Europa.
Vero che, ad oggi, gli agribot sono più lenti di un operatore umano, ma c’è da tenere in considerazione che gli agribot possono lavorare molte ore consecutive perché non necessitano di alcun riposo. Un agribot, proprio perché opera in un contesto di agricoltura di precisione, permette inoltre di risparmiare input (seme, fitofarmaci, fertilizzanti), di migliorare il raccolto, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo e di ottimizzare i processi produttivi ottenendo una gestione aziendale più sostenibile, sia in termini ambientali che sociali.
Cosa ha in serbo il futuro dell’automazione agricola
Gli agribot già a disposizione sul mercato sono diversi. Per esempio, nel campo del diserbo, esistono robot che sanno riconoscere le malerbe, distinguendole dalle piante coltivate. Utilizzando la visione artificiale e algoritmi di machine learning, possono eliminarle chimicamente o meccanicamente. Sempre facendo affidamento sulla visione artificiale, gli agribot sono in grado di lavorare il terreno in autonomia. Anche nei magazzini di lavorazione di frutta e verdura poi i robot possono dare il loro contributo: è già disponibile un robot in grado di svuotare le cassette di frutta in arrivo dalla campagna sulla linea di lavorazione per poi impilarle ordinatamente. In stalla, i robot di mungitura hanno visto una diffusione notevole, soprattutto nelle aree di produzione di Grana Padano e Parmigiano negli ultimi anni.
Più delicate sono le operazioni come potatura o raccolta. Eppure, agribot in grado di raccogliere fragole, broccoli, asparagi sono già al lavoro, mentre l’Università Cattolica di Piacenza e l’Istituto Italiano di Tecnologia stanno sviluppando un agribot che porterà a termine le operazioni di potatura invernale della vite. Sono già una realtà, seppure ancora nella fase di prova, dopo una prima fase di sviluppo, anche agribot capaci di impollinare i fiori di actinidia, mandorli, o pomodori in serra.